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Sfida per un’urbanistica sostenibile PDF Stampa E-mail
Scritto da Paolo Micheli   
Lunedì 14 Settembre 2009 18:55

In questi anni politici di tutti i colori, costruttori, affaristi ed impresari ci hanno raccontato che non era e non è possibile fermare lo sviluppo edilizio a Segrate.
Segrate Nostra ritiene invece che sia necessario interrompere la spirale perversa che vede Segrate svendere tutto il suo territorio.
Riteniamo sia possibile cioè avviare politiche concrete di tutela del territorio, interrompendo il crescente processo di cementificazione che, soprattutto negli ultimi dieci anni ha interessato ogni angolo di Segrate, coprendola di palazzi, capannoni, centri commerciali e di conseguenti opere pubbliche a corredo.

Perché a Segrate si continua a costruire? Perché, malgrado sia tra i comuni più ricchi d’Italia, versa in condizioni economiche tutt’altro che tranquille. Entrate in diminuzione e uscite in aumento, bilanci che ogni anno trovano il pareggio solo grazie al mattone. E se l’attività amministrativa è ispirata da frenetiche corse in avanti a da qualche esagerazione
(pletora di centri civici, rotonde inutili, eventi e appuntamenti autoreferenziali), diventa ancora più difficile trovare le risorse necessarie.
Quindi finora come si è potuto chiudere il bilancio in pareggio? Grazie a due fattori: 1) la legge, che consente di applicare alla parte corrente dei bilanci gli oneri di urbanizzazione e 2) la disponibilità di territorio in una area geografica dove l’edilizia rappresenta sempre il migliore investimento: la monetizzazione del territorio.
Un circolo vizioso che, se non interrotto, trasformerà Segrate in una brutta periferia urbana. Un meccanismo deleterio, che permette di finanziare i servizi ai cittadini con l’edilizia, che produce nuovi residenti e nuove attività e quindi nuove domande di servizi, e così via, con effetti devastanti.

Segrate Nostra pensa che chi amministra un Comune può fare scelte diverse, può decidere di seguire una strada alternativa: quella che risiede in una politica urbanistica ispirata al principio del risparmio di suolo.
Una scelta virtuosa: perché reca beneficio al territorio; perché mette in moto sobrietà e austerità, perché, soprattutto, aumenta il valore delle proprietà già esistenti, a beneficio di tutti i residenti.
Una scelta già compiuta a Cernusco, dove il Sindaco Comencini ha detto stop a tutte le nuove costruzioni: e già se ne vedono i risultati. Il valore delle case dei nostri vicini di Cernusco è esploso rispetto al nostro. Perché non possiamo farlo anche a Segrate?

Occorre adottare un nuovo Piano di Governo del Territorio che orienti le scelte di politica urbanistica: non procedere a nessun nuovo piano di insediamenti residenziali se non attraverso il recupero di volumi già esistenti o alla riconversione e recupero di aree industriali; puntare sulla valorizzazione del centro storico e del patrimonio artistico ed architettonico; salvaguardare quel poco che resta di verde agricolo; promuovere la qualità ambientale; creare un grande polmone verde che unisca i quartieri, avvicinare la metropolitana, programmare numerose piste ciclopedonali al fine di disincentivare l’utilizzo dell’automobile per brevi spostamenti.

La decisione di adottare “un’urbanistica sostenibile” quale faro della politica cittadina deve essere confermata successivamente anche attraverso assemblee pubbliche aperte a tutta la cittadinanza.
Il principio di coinvolgere i cittadini, gli oratori e le associazioni nella scelta è fondamentale e strategica. Spesso i politici e gli amministratori, dopo essere eletti si chiudono nelle loro stanze. Forse per paura di rimettersi in discussione. Sottovalutando i cittadini. Al contrario, i cittadini possono essere di gran conforto nelle decisioni importanti e sanno rafforzare la determinazione e la forza nel portare avanti le scelte compiute.

Occorre da subito far quadrare il bilancio mentre si va ad adottare un PGT che risparmia il suolo  mediante  una rigorosa politica di “emancipazione” del bilancio stesso dagli oneri di urbanizzazione trovando un giusto equilibrio tra entrate e spese correnti, che portino a risparmi da usare per gli interventi di lavori pubblici.
Infine il Comune dovrebbe contenere al massimo le spese per consulenze che hanno visto più volte l’intervento della magistratura contabile e valorizzare al meglio le risorse già a disposizione.

L’opzione urbanistica sostenibile è possibile, ma per realizzarle sono necessarie anche alcune condizioni politiche:

  1. solidità della maggioranza di governo, senza possibilità di ripensamenti e senza ambiguità dei programmi: le giunte cadono sull’urbanistica e mai sui servizi sociali  o educativi
  2. impermeabilità della maggioranza alle pressioni esterne che a volte pongono l’amministratore di fronte a offerte che possono essere difficili da rifiutare: “se mi fai realizzare questo intervento edilizio, ti sistemi il bilancio, fai tante opere pubbliche utili senza sforzo, vieni rieletto facilmente, fai carriera”;
  3. condivisione della scelta da parte della comunità e investire nella continua partecipazione della stessa (gli oratori, le associazioni, i gruppi informali, i singoli cittadini) ai processi decisionali.


Questa è la sfida di Segrate Nostra, c’è qualche Partito disposto a raccoglierla?

Paolo Micheli - Segrate Nostra