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Scritto da Paolo Micheli   
Martedì 05 Aprile 2011 17:09

L’intervento del capogruppo consiliare di Segrate Nostra, Paolo Micheli, pronunciato lunedì 4 aprile durante la discussione in consiglio comunale sulla petizione firmata da 3500 cittadini che chiedono di non costruire nel Golfo Agricolo.

Questa sera la maggioranza mi è apparsa molto meno coesa di quella che in campagna elettorale aveva posto come un preciso punto del programma elettorale la lottizzazione dell'ultima grande area verde di Segrate. Invece continua ad essere molto convinta e coerente la posizione della minoranza che in quest'ultimo anno ha fatto del salvataggio del Golfo Agricolo il punto principale, concreto e simbolico, della propria opposizione al disegno di sviluppo del territorio della maggioranza.

In effetti è evidente a tutti coloro che amano la nostra città che a Segrate sono già stati urbanizzati oltre tre quarti del territorio e arrivare a urbanizzarlo del tutto... non vogliamo dire che è criminale? Diciamo almeno che è una pessima idea: una volta che il territorio verde agricolo è finito, è finito per sempre, per noi e per le prossime generazioni.

Vorrei, oltre alle cose già note, segnalare due nuovi argomenti che possono a servire a convincere chi anche nella maggioranza comincia ad avere qualche dubbio.

Il primo: si può fermare il consumo del territorio, pur continuando a mantenere un buon rapporto con i cittadini che si aspettano strade in ordine, edifici pubblici moderni e servizi efficienti.
Domenica 3 aprile, la trasmissione Report su Rai3 ha nuovamente parlato della cosiddetta Rete dei comuni virtuosi, e in particolare di Cassinetta di Lugagnano un piccolo comune, meno di 2000 abitanti, in provincia di Milano, il cui sindaco, Domenico Finiguerra, è stato rieletto nonostante abbia riproposto nella propria campagna elettorale il preciso vincolo di non cedere al cemento nemmeno un metro quadrato in più del territorio comunale, rinunciando alle notevoli entrate di oneri di urbanizzazione. I cassinettesi sono evidentemente contenti di pagare un pochino di tasse in più e di fare qualche manifestazione in meno, ma hanno un bilancio che non finanzia le opere pubbliche e una bella parte della spesa corrente, come accade a Segrate, con gli oneri di urbanizzazione. Loro salvaguardano (e non soltanto loro, anche il sindaco Renzi di Firenze, per esempio) il verde che hanno, e ne hanno ancora tanto. Noi stiamo andando a urbanizzare il poco che resta.

Il secondo argomento.
Date un occhiata all'annuario statistico del Comune di Segrate, aggiornamento al 31.12.2010.
Si può notare una cosa curiosa sull'andamento della popolazione. Nel 2010 il numero degli abitanti ha toccato un nuovo record: 34.341. Il precedente record risaliva a ben 15 anni fa: nel 1996 quando si toccò quota 34.295. Poi ci fu una diminuzione con un minimo nel 2005: 33.531, ed ora una ripresa.
Ma il fatto ancor più curioso è che questo aumento non riguarda i residenti di nazionalità italiana. Anzi: raggiunto il massimo nel 1995, quando furono 33.121, gli italiani hanno continuato a diminuire e a fine 2010 erano 31.119, cioè circa 2000 in meno che nel 1995. Ovviamente sono aumentati gli stranieri, passati da 1174 nel 1995 agli attuali 3222.
Ora: che la popolazione straniera aumenti è abbastanza normale e sulla diminuzione di quella italiana si possono fare molte osservazioni. Ad esempio: la popolazione invecchia e quindi il numero di persone per unità abitativa diminuisce e così via.
Ma questo dato fa barcollare una tesi: che a Segrate, dove si è già costruito parecchio negli ultimi anni, pensiamo al primi lotti di Centro Parco, al Borgo Due di Rovagnasco, ai primi palazzi della Santa Monica, si sia stato necessario costruire perché i residenti segratesi avevano un urgente necessità di nuove case.

E allora perché si è costruito così intensamente? Non può essere sufficiente il recupero delle aree dismesse? Perché, di fronte ai cantieri quasi fermi, agli scheletri di palazzoni che deturpano la città si vuol già pensare a programmare una nuova definitiva urbanizzazione del territorio?

Vi sono almeno due risposte: salvare il bilancio comunale che ha bisogno degli oneri di urbanizzazione per stare in piedi e difendere gli interessi dei costruttori che evidentemente hanno trovato in questi ultimi anni nella maggioranza molti sostenitori forti e convincenti.

Paolo Micheli
Capogruppo consiliare di Segrate Nostra
www.segratenostra.org